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"Non è facile scrivere una storia familiare. Certo, si è più liberi di raccontare quando i protagonisti non ci sono più. Non si può più ferire nessuno e si possono affrontare drammi e segreti tenuti chiusi nel cassetto dei ricordi per anni." In nove giorni Anna si trova a dover fare i conti con il passato. Non è stato semplice crescere con due genitori schiavi delle loro manie e bisognosi di affetto, inconsapevoli, forse. Ripercorrendo il filo della memoria, la protagonista chiarisce, più di quanto già non fosse consapevole, quanto Bruno e Maria formassero una coppia stabile, nel loro mondo, capace di sorreggersi a vicenda di fronte alle insidie della loro vita. E così, dopo la scomparsa del padre, che appare come un involontario ricongiungimento a sua moglie, tocca ad Anna rimettere ordine nella storia familiare e curare le ferite che le sono toccate. Sullo sfondo della narrazione sta la vita di una città, con il suo forte tessuto sociale ed economico.